In una dashboard ben strutturata tutti gli elementi presenti concorrono al miglioramento della fruizione. Dati e modalità scelte per rappresentarli devono interagire in modo organico. Disposizione, grafica e colori… tutto ha una funzione ben precisa, che va al di là di un fattore puramente estetico.
La visualizzazione dei dati diviene un vero e proprio campo di studio. Esistono suggerimenti per realizzare dashboard più funzionali possibile, che sfociano anche nel campo della UI e della UX.
Uno dei problemi più spinosi nella visualizzazione dei dati riguarda la scelta dei grafici. Si tratta di elementi che devono risultare facilmente leggibili e che quindi a colpo d’occhio devono riflettere la realtà espressa in dati.
Alzi la mano chi, nella propria esperienza, ha incontrato solo grafici del genere. In questa platea immaginaria, ipotizzo ben poche conferme.
Sono molti i fattori da tenere in considerazione nella creazione di una dashboard. Tra i primi? Le modalità di visualizzazione dei dati.
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Grafici: le regole per una visualizzazione dei dati a prova di dashboard
- Problema: visualizzazione dei dati;
- Procedimento: lo scoprirai leggendo;
- Risultato: un dasboard da favola;
La funzione fondamentale del grafico è quella di riportare informazioni in modo ordinato, organizzato e chiaro, fornendo in qualche modo un’interpretazione dei dati da cui derivano. Per prima cosa, quindi, un grafico deve essere intelligibile.
È sempre così? Certo che no. Il motivo? Una serie di piccoli errori che si è soliti compiere. Ecco quindi quali sono le regole da seguire quando la visualizzazione dei dati ha a che fare con i grafici.
Meno fette = più torta per tutti!
Parliamo dei grafici a torta: si tratta di una delle tipologie di più immediata lettura.
L’errore tipico quando si ha a che fare con questi grafici, però, è quello di inserire troppi dati. Quando si rappresentano troppi parametri, gli spicchi del grafico a torta sono tutti simili e molto ridotti. La visualizzazione dei dati risulta quindi difficoltosa.
Molto meglio ridurre gli indici considerati, dando così più spazio alle singole voci. È importante scegliere tra le KPI più significative: generalmente sono sufficienti meno di 9 Key Performance Indicators per dare una visione compiuta di un argomento.
I grafici a torta inoltre, non risultano particolarmente indicati per comparare gruppi diversi di dati. Il confronto che offrono è appunto quello tra dati facenti parte di uno stesso gruppo.
Attenzione: i colori possono creare confusione. Alcuni accostamenti potrebbero creare effetti ottici tali da far apparire alcuni spicchi più grandi di altri, anche se la rappresentazione in scala vorrebbe il contrario.
Uno dei grafici più immediati per la visualizzazione dei dati è quello a torta. La sua semplicità di interpretazione è minata da errori come un eccessivo numero di KPI o accostamenti di colori fuorvianti.
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Un Y è più che sufficiente
Nella visualizzazione dei dati il colpo d’occhio è fondamentale. Per questo motivo bisogna usare grafici il più chiari possibile. Una modalità che può risultare ambigua è quella di rappresentare diagrammi a barre o lineari con un doppio asse delle ordinate.
Se non vengono strutturati sapientemente questo tipo di elementi può creare confusione nell’utente. Nella maggior parte dei casi risulta difficile capire quale sia l’asse Y riferito a ciascuna delle rappresentazioni riportate nel grafico. Chiaramente non stiamo parlando di fisica quantistica, dedicandosi qualche secondo all’immagine il mistero si scioglierà.
Ma il punto è proprio questo: l’utente medio non ha tempo per soffermarsi troppo sulle immagini. Il suo scopo (e quello dei produttori di dashboard) è proprio trovare il sistema di visualizzazione dei dati che non lo renda necessario.
Se non si vuole rinunciare alla compresenza di due grafici all’interno dello stesso sistema di assi, si può aggirare il problema in due modi:
- Impilare verticalmente i due grafici facendo sì che abbiano a comune il solo asse X. In questo modo ognuno avrà il proprio asse Y e i valori saranno più leggibili;
- Rappresentare solo un asse Y e riportare i valori delle ordinate del secondo grafico direttamente sopra i punti di interesse;
Una corretta visualizzazione dei dati passa necessariamente dalla chiarezza nella rappresentazione. È quindi sconsigliato servirsi di sovrapposizioni di grafici che presentano differenti assi Y: la confusione è assicurata.
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Si inizia sempre dallo 0
Siamo o non siamo nel mondo informatico? E qual è il primo numero da cui gli informatici iniziano a contare? Lo 0. E così dobbiamo fare anche noi.
Per evitare una visualizzazione dei dati ambigua e quindi che l’utente si senta preso in giro, quando proponiamo un grafico in cui compaia l’asse Y, è bene porre l’origine nel valore 0.
Perché? Immaginiamo un asse delle ordinate che parta dal valore 50 e arrivi al valore 55. Non è importante quale sia il segmento unitario, possiamo fissare punti a distanza di 1/10 (50-50,1-50,2 ecc) o di 1 (50-51-52 ecc.).
Quello che apparirà fuorviante è invece il rapporto tra le grandezze rappresentate in un grafico a barre di questo tipo: il valore 17 risulterà visivamente molto più grande del valore 13, pur differendo da esso solo di 4 unità. Il messaggio comunicato non è veritiero. Nel caso si parli di una crescita percentuale, ad esempio, così facendo si può far apparire consistente anche un miglioramento modesto.
vs.
Porre l’origine dell’asse Y di un grafico in corrispondenza del valore 0 produce un risultato più realistico. Si evita una visualizzazione dei dati illusoria e fuorviante.
Conclusioni
Quello che conta per una dashboard di successo, è poter fare affidamento su una valida visualizzazione dei dati. A contare sono tutti gli elementi presenti. Anche quelli che solitamente sono associati solo a questioni puramente estetiche, risultano in questo caso importanti dal punto di vista della UI e della UX.
A rivestire un ruolo importante sono i grafici. Non solo bisogna scegliere il diagramma giusto a rappresentare al meglio i dati a disposizione; dobbiamo anche pensare alla quantità di informazioni da elaborare per stabilire su quale tipologia andrà a ricadere la scelta. Ciliegina sul grafico a torta, l’uso dei colori: evitiamo accostamenti che possano provocare illusioni ottiche.
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