È primavera, i fiori sbocciano, gli animali si risvegliano dal letargo ed è tempo di novità e rinnovamento. Così anche Facebook si riscuote dal torpore che lo ha portato al centro di scandali con cui si è posto l’accento su temi scottanti come Privacy e Trasparenza.
E dopo un grande flop in ambito privacy, con l’ultimo bug che ha recentemente colpito il social portando alla condivisione in chiaro con i dipendenti di più di 600 milioni di password (Mark, non era certo il modo migliore di “mettere le cose in chiaro” nei confronti dei detrattori), il King dei social si concentra sulla trasparenza.
Lo fa proponendo agli utenti una nuova funzione, disponibile ufficialmente a partire da metà maggio: “Perché vedo questo post?” (“Why Am I Seeing This?”), della quale è stata pioniera: “Perché vedo questo annuncio?” lanciata nel 2014 e relativa ai soli ads.
Questa nuova feature si riprometterebbe di chiarire agli utenti i meccanismi dell’algoritmo che regola il news feed e quindi i motivi per cui scorrendo sulla home di Facebook vengano mostrati alcuni contenuti piuttosto che altri.
Sul news feed di Facebook erano già stati sollevati diversi interrogativi da parte degli utenti, che non capivano secondo quali criteri funzionasse. Alle vane (e forse vaghe) spiegazioni fornite dal social, tra poco si affiancherà finalmente una dimostrazione pratica (l’applicazione della funzione stessa), relativa a un caso specifico e soprattutto legata all’utente stesso, grazie alla quale sarà possibile chiarire quali sono stati gli elementi che hanno portato alla scelta di un dato post.
Da metà maggio Facebook inaugurerà una nuova funzione: “Perché vedo questo post?” La feauture chiarirà il funzionamento dell’algoritmo che regola il news feed di Facebook, direttamente al singolo utente e in relazione ai singoli casi.
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Perché sto vedendo questo post? Ecco come cambierà il tuo news feed
Dal punto di vista estetico, l’introduzione della funzionalità “Perché vedo questo post?” non porterà alcun cambiamento alla home di Facebook. Sarà infatti accessibile dal menu a tendina che si apre cliccando in alto a destra su un qualsiasi post.
Ciò che potrà essere cambiato a piacimento dell’utente sarà proprio il news feed stesso.
Facebook ha infatti spiegato che grazie a questo strumento potremmo vedere:
- Il motivo per cui stiamo visualizzando un certo post: è stato pubblicato da un amico? Da un gruppo di cui facciamo parte? In generale potremo capire quali sono i fattori su cui si fonda l’algoritmo e quindi in base a cosa, attualmente, filtri i post visibili nella home o dia priorità agli uni rispetto che agli altri:
- Cosa incide maggiormente sulle notizie che vediamo: si parla di incidenza delle interazioni con l’autore, quindi ad esempio il tipo e il numero di reazioni che vengono scambiate con esso; oppure il coinvolgimento mostrato verso il media in questione (che sia video, foto, testo…);
- Scorciatoie per raggiungere finestre di controllo della privacy, impostazioni di unfollow e preferenze;
Proprio quest’ultimo aspetto consentirà agli utenti di interagire col news feed: sarà possibile personalizzare i criteri di scelta, comunicando a Facebook quali sono le metriche che prediligiamo per la visualizzazione dei contenuti. La dirigenza del social ha dichiarato di aver ritardato il lancio di questa feature proprio in seguito ai primi feedback che richiedevano una maggiore possibilità di interazione con le impostazioni dell’algoritmo.
Questa operazione può essere letta in due modi: da un lato c’è la volontà di coinvolgere in misura sempre crescente l’utente e di garantire una sempre maggiore consapevolezza nell’utilizzo del social (dettata forse in gran parte dal grido alla trasparenza che è stato rivolto a Facebook e ai grandi del Web), dall’altra può sembrare un passo che Zuckerberg compie per prendere le distanze dalla grande responsabilità che Facebook oggettivamente ha, in termini di informazione, nei confronti del popolo del WWW: non troppo tempo fa, infatti, il CEO di uno dei colossi del Web ha scritto un editoriale (op-ed) su The Washington Post nel quale richiedeva agli organismi regolatori di avere ruolo attivo nella questione e impegnarsi a fornire alle piattaforme online delle precise e specifiche indicazioni su come agire. In quest’ottica potremmo vedere l’introduzione della personalizzazione del news feed come un modo di condividere la responsabilità della selezione delle notizie direttamente con l’utilizzatore: “Utente, ti fornisco gli strumenti per decidere, quindi ora ci sei dentro anche tu.”
La nuova funzione “Perché sto vedendo questo post?” consentirà oltre che di capire il motivo per cui stiamo visualizzando determinati contenuti e quali sono i fattori che più ne influenzano la comparsa, anche di interagire direttamente con le impostazioni del news feed facendo presente quali sono le metriche che vogliamo vengano prese in considerazione per la composizione della home di Facebook.
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Non c’è pace nel News Feed: tempo di rinnovo anche per gli ads
L’antenata di “Perché sto vedendo questo post?” è la funzione, introdotta da Facebook nel 2014, “Perché sto vedendo questo annuncio?”
Per superare gli acciacchi dell’età e reggere il confronto con la nuova arrivata, è tempo che questa seconda feature (ormai anziana per lo spazio-tempo accelerato che domina il Web) si sottoponga a un bel lifting: se prima accedendo al menu contestuale relativo al singolo annuncio era possibile avere motivazioni generiche, di solito riguardanti la scelta delle aziende in termini di area geografica, sesso ed età degli utenti, a supporto della visualizzazione dell’adv, da metà maggio anche in questo senso ci saranno novità.
Facebook infatti mostrerà all’utente quali sono i dati a cui ha accesso il creatore dell’annuncio e come essi vengano processati non solo da lui, ma dal social stesso. Ad esempio sarà possibile capire se il business in questione sia in possesso del nostro indirizzo e-mail e sia risalito a noi tramite un match effettuato da Facebook, oppure se abbia collaborato con altri partner (che avevano accesso ai nostri dati) per lanciare gli ads.
In questo modo ogni utente sarà libero di tenere sotto controllo e valutare l’utilizzo che viene fatto dei propri dati personali e agire di conseguenza denunciando eventuali trasgressioni.
Anche in questo caso si tratta di un’operazione di trasparenza che affonda le radici nella stagione degli scandali, inaugurata da Cambridge Analytica e ancora in corso, con la quale Facebook sembra voler ammansire l’ira funesta del Web, che infiniti dolori inflisse ai social.
Con il lancio di “Perché sto vedendo questo post?” viene ristrutturata anche la vecchia funzione “Perché sto vedendo questo annuncio?” che spiegava agli utenti il motivo per cui alcuni ads apparissero all’interno del news feed. Dai primi di maggio le informazioni a questo proposito saranno più complete: sarà possibile sapere come i nostri dati vengano processati dal creatore dell’annuncio e da Facebook stesso.
Conclusioni
Gli ultimi anni sembrano aver posto fine al decennio d’oro di Facebook: al centro di mille polemiche riguardo privacy e trasparenza, con l’eco di Cambridge Analytica che ancora risuona nelle orecchie della dirigenza, è tempo per il social di correre ai ripari. E cosa c’è di meglio di lanciare una nuova funzione, che sembra rispondere all’esigenza degli utenti di maggior informazione e consapevolezza?
Così, a partire da metà maggio sarà disponibile la feature “Perché sto vedendo questo post?” che non solo permette agli utenti di capire su quali criteri si basi la scelta dell’algoritmo che regola il news feed di Facebook, ma anche di interagire con esso stabilendo quali sono le metriche a cui deve dare maggior peso nell’organizzazione della home.
Accanto a questa nuova funzionalità verrà revisionato anche il vecchio “Perché sto vedendo questo annuncio?”, analoga opzione relativa agli ads. Con l’upgrade l’utente potrà capire quali sono i dati che il creatore dell’inserzione ha a disposizione e come vengano processati da Facebook.
Sembra dunque che Mark Zuckerberg si stia impegnando ardentemente per riabilitare Facebook agli occhi degli utenti, in nome di genuinità e chiarezza.
Resta da chiedersi solo una cosa: reale “operazione di trasparenza” o “panem et circenses”?
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