Scrittura Web persuasiva: tutto quello che non sai sull’arte di titolare
Per scalare la SERP devi essere "cliccato". E per essere cliccato... devi avere un buon titolo! Scopri, tra le tipologie proposte, quella che fa al caso tuo!
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Per scalare la SERP devi essere "cliccato". E per essere cliccato... devi avere un buon titolo! Scopri, tra le tipologie proposte, quella che fa al caso tuo!
Questo gennaio è stato particolarmente prolifico per la definizione di quelli che saranno i trend marketing del 2020. Sfere diverse ma molto in comune: si ricerca una relazione più stretta con l'utente, un contatto one-to-one tra cliente e brand. Scopriamo insieme di cosa si tratta!
Contenuto di valore sembra essere la parola chiave per una buona riuscita di una campagna di acquisizione di clienti. Ma cosa significa precisamente? Beh, lo si spiega... in tre parole!
I contenuti sono uno degli elementi più importanti per la creazione delle campagne online. Il content marketing in questo caso fa affidamento a vari strumenti che definiscono le linee guida della strategia. Tipologie di clienti e intenzioni di ricerca, chi sono e cosa vogliono i vostri clienti?
Per scalare la SERP devi essere "cliccato". E per essere cliccato... devi avere un buon titolo! Scopri, tra le tipologie proposte, quella che fa al caso tuo!
A volte è più facile farsi amico il nemico, per superare le avversità. Questa è sicuramente la strategia da attuare quando si parla di Penguin, l’algoritmo di Google. Se ci si vuole piazzare sul podio dei risultati della SERP, infatti, è inutile cercare di combatterlo. La cosa migliore è assecondarlo, assecondare il principio del motore di ricerca di offrire all’utente la migliore risposta ai propri interrogativi e applicare le tecniche SEO necessarie a raggiungere lo scopo.
Questo preambolo apparentemente sconnesso dal fulcro del post, serve invece a porre le fondamenta di tutto quello che verrà scritto in seguito: al di là dei vari accorgimenti, delle tecniche per assicurarsi una scrittura web persuasiva, non esiste miglior biglietto da visita che proporre ai propri utenti contenuti di valore. Dobbiamo quindi puntare in primis a offrire ai navigatori della rete qualcosa che faccia davvero la differenza in termini di esaustività e pertinenza.
Già solo curando questo aspetto si rende molto più probabile la conversione. Per dirlo in termini “matematici”: utente soddisfatto = utente gratificato e utente gratificato = utente fidelizzato.
Detto ciò, per poter mostrare la nostra utilità abbiamo bisogno che qualcuno lo apra, questo benedetto post. Il nostro contenuto, lì in fila con tutti gli altri, deve attirare l’utente e sussurrargli : “cliccami, leggimi, amami!”
Qui entrano in gioco gli elementi “a contorno”, ma non per questo di minore importanza, dell’articolo: lo snippet.
Vediamo qualche tipologia di titolo ad alta probabilità di click!
Se ci si vuole assicurare il primo posto nella SERP, alla base di qualsiasi strategia deve esserci la produzione di contenuti validi. Solo questo instillerà fiducia nell’utente e aumenterà la brand awareness. Una volta assicurato questo aspetto, entra in gioco lo snippet: come farsi conoscere se nessuno apre il nostro contenuto?
La chiave di volta del nostro articolo è proprio il titolo. Serve qualcosa che colpisca il navigatore della rete, che lo spinga ad aprire, tra tutto quello che la SERP propone, proprio ciò che offriamo noi. Ecco dunque alcune basilari tipologie di headline studiate proprio per questa finalità.
Ho deciso di riproporre proprio il titolo di questo articolo, modificato di volta in volta. Iniziamo!
La prima categoria, sono i titoli che creano suspance. L’utente è spinto ad aprire l’articolo perché sente che gli rivelerà qualcosa di cui non è a conoscenza. In questo senso sono vincenti le formule “Scopri come…”, “Curioso di sapere come…?”, “E se ti dicessi che…?”
Questa tipologia punta sull’innovazione. Si propone qualcosa di unico e mai provato prima. Ciò che spinge al click è dunque la speranza di trovarvi nozioni che nessun altro di quelli presenti in SERP potrà offrire.
Con questo tipo di titolo si punta alla garanzia: ricalca un po’ il metodo di creare delle offerte lancio quando si vogliono spingere dei prodotti.
È chiaro che una scelta di questo tipo risulta più adatta quando si offre un servizio o un prodotto concreto… su un argomento come quello di questo articolo è di fatto un po’ forzata.
Questo fatto apre la strada a un’altra utile osservazione: non tutte le tipologie di titoli sono applicabili a ogni ambito. La cosa migliore è individuare quelle che meglio si prestano a ciò di cui stiamo parlando e, se possibile, combinare più tipologie in un’unica soluzione.
Il titolo scelto da me, si basa sulla negatività.
È forse meno diffuso (solitamente, come vedremo più avanti si punta molto su affermazioni positive o addirittura superlative), ma ottiene comunque i suoi risultati.
Anche qui si stuzzica l’utente facendogli credere (cosa che poi, come detto inizialmente, dovrà trovare riscontro effettivo nel contenuto del post) che ci sia qualcosa che non conosce, qualcosa di fondamentale di cui non è al corrente.
Sono molto valide in questo senso espressioni come “Cosa non fare per…”, “Cosa non sai di…”, “Cosa non aspettarti da…”.
Questo titolo propone la soluzione al problema che l’utente potrebbe essersi posto in fase di ricerca.
Naturalmente da un articolo che si apre così, il lettore si aspetta un’analisi della situazione che porti a una reale soluzione, più che dei consigli generali. Occhio quindi anche a questo aspetto: ci deve comunque essere una corrispondenza tra il titolo e il contenuto per non indisporre chi legge.
Eccoci all’antitesi del punto 4. Qui si calca sull’iperbole.
Con l’uso di superlativi assoluti e relativi, l’utente è portato a pensare che niente potrà reggere il confronto con ciò che troverà nell’articolo che si appresta ad aprire.
Accanto a questo metodo, c’è quello di scegliere la via “neutra”, ossia affermazioni di grado positivo: “Ecco come fare per…”, “Ecco il modo giusto per…”, “Scrittura persuasiva: come farla”.
Titolo cospirazionista. Il complotto è dietro l’angolo e tu, utente, ne sei stato vittima. Ma non temere, sarà questo articolo a farti aprire gli occhi!
Una soluzione di questo tipo è sicuramente un po’ rischiosa… si deve aver qualcosa di potente da dire, se vogliamo che una volta aperto l’articolo l’utente continui a leggerlo!
Gli elenchi numerici sono sempre d’effetto. In questo caso è fondamentale l’uso dell’articolo determinativo: non sono 8 metodi qualsiasi, ma sono ben definiti, proprio quelli che funzioneranno per te.
Perché ho scritto “7(+1)”? Perché studi scientifici hanno dimostrato, che l’occhio tende a vedere “meglio” e a prediligere i numeri dispari.
Cosa accomuna tutte le tipologie? L’intento di agire sul piano emotivo. È noto che la comunicazione non sia solo fatta di contenuto, ma anche di forma.
Tra l’altro è l’interazione tra mittente e ricevente a determinare il reale significato del messaggio. Perché l’emotività gioca un ruolo fondamentale nella codifica degli input. Tutti questi titoli puntano su una delle emozioni principe dell’essere umano: la curiosità.
Inoltre, ognuno di questi suggerimenti si serve di un linguaggio ben preciso. L’uso di alcune parole favorisce la vicinanza dell’utente. Con il nostro titolo, non stiamo semplicemente illustrando una possibilità. Stiamo proponendo l’unico, il solo, il migliore, l’esclusivo, l’avanzatissimo metodo per scalare la SERP. Chi non cliccherebbe?
Lo snippet, in particolare se si tratta di metadescrizione, viene spesso snobbato. Niente di più sbagliato! Forse non ce ne rendiamo conto, ma soprattutto quando ci serviamo di forme più complesse della singola parola nella stringa di ricerca, ciò che leggiamo in metadescription determina l’apertura del contenuto.
Il motivo è molto semplice: Google evidenzia le parole della nostra ricerca che vi compaiono. Registrandone una grande concentrazione quindi siamo portati a pensare che sarà proprio quella pagina a rispondere alle nostre esigenze.
Alla luce di queste osservazioni, quale metodo utilizzare per scrivere la metadescrizione? Una tecnica molto valida è quella di proporre l’argomento di cui tratta il nostro articolo, sotto forma di domanda. L’utente che ha cercato determinate parole chiave su Google, avrà probabilmente un problema da risolvere. Con uno sforzo di immedesimazione (e con l’aiuto di alcuni tool) possiamo immaginare quale sia e proporre nello snippet proprio la domanda che lo riguarda.
Nel nostro caso, come poi è stato effettivamente fatto per questo articolo, la domanda potrebbe essere: “quali sono le tecniche di scrittura web persuasiva per creare titoli efficaci?”.
La metadescrizione ha la sua importanza: un buon metodo per crearla è proporre una domanda inerente al contenuto dell’articolo, che possa corrispondere al problema da cui è afflitto chi compie la ricerca.
Quando si parla di scrittura web, l’obiettivo è quello di attirare l’attenzione dell’utente per spingerlo a scegliere proprio ciò che offriamo noi, nel mare infinito della SERP. Più click si tradurranno in una progressiva scalata della pagina dei risultati di ricerca e quindi nella possibilità di ottenere più visualizzazioni e quindi più vendite.
Qual è dunque la prima cosa a cui dobbiamo pensare per raggiungere lo scopo? Il titolo.
La regola generale è che questa componente deve agire a livello emotivo, stuzzicando la curiosità dell’utente. Esistono diversi metodi (quelli appena descritti), tutti basati su questo principio di base. Dobbiamo colpire l’utente nell’inconscio, facendogli capire che da nessun’altra parte troverà quello che possiamo offrirgli noi.
Il secondo oggetto della nostra attenzione è la metadescrizione: chi compie una ricerca su Google ha un problema da risolvere o una necessità. Nello snippet, dunque, è utile far comparire il possibile interrogativo che l’utente si pone ricercando determinate parole chiave.
Roba da sensitivi? Assolutamente no, basta calarsi nei suoi panni e avere un po’ di empatia. In fondo, siamo tutti navigatori della rete.
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